L’eterno ritorno del ‘vero uomo’: <i>La scuola cattolica</i> di Edoardo Albinati come artefatto contenitivo del male
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Abstract
All’interno dell’economia de La scuola cattolica di Edoardo Albinati, il racconto del Delitto del Circeo non occupa che poche pagine. Ciononostante, l’articolo si pone l’obiettivo di mostrare come in tale evento sia possibile riconoscere una struttura capace di spiegare l’intero meccanismo del testo. Infatti, la narrazione dello stupro/omicidio risulta essere il ‘grado zero’ del rapporto uomo/donna all’interno di una visione maschilista del mondo, in cui solo l’uomo ha il potere di agire. Per contro, la donna assume i tratti della passività: la violenza, allora, si spiega come il tentativo da parte dell’uomo di prendere il controllo di tale passività, al fine di non esserne contagiato. Inoltre, la violenza contro la donna permette anche di bloccare il potere del fascino, col quale la donna rovescia i ruoli ponendo l’uomo in uno stato di dipendenza.
Questa ‘strategia’ di controllo della passività, quindi, dovrebbe liberare l’uomo da ogni vincolo, permettendogli così una totale libertà d’azione. Il narratore, invischiato in questa visione dei rapporti tra i sessi, cerca, attraverso l’imponente mole del testo, di esaurire l’energia del racconto del delitto e della struttura che è alla sua base. Il testo, quindi, è un modo per fare i conti non solo con quanto accaduto, ma con il maschilismo in generale: esso è una sorta di ‘artefatto contenitivo’ che cerca di rinchiudere tale struttura al fine di renderla inattiva. Il tutto per poter ripristinare l’importanza dell’altro, in quanto ulteriore possibilità di vita che travalica quelle che ci vengono imposte dai punti di vista normativi, ristretti e confinanti.